Rane e libellule contro le zanzare
Rane e libellule, gracidate e svolazzate: così si fa la guerra alle zanzare
Le invita a riempire di nuovo i lucidi campi delle risaie una ricerca dall'Università di Pavia su un certo numero di aziende agricole novaresi produttrici di riso. Ma come farle tornare? La moderna coltivazione intensiva del riso rende necessaria la pratica delle "asciutte"; si toglie l'acqua per un certo periodo di tempo per rimetterla poi quando serve. Ma così facendo si trasforma la risaia in una trappola ecologica: le larve delle libellule e i girini sono destinati a morte certa. L'esperimento ha cercato di rimediare a questo sterminio scavando lungo un lato della risaia un solco che potesse rappresentare un rifugio per la fauna acquatica nei momenti di secca. E i risultati sono arrivati. Nei campi sperimentali in luglio e agosto si è contato un numero di larve di zanzara inferiore del 44% rispetto alle risaie consuete e le zanzare sono risultate il 77% per cento in meno . Nella sua semplicità il test indica quale potrebbe essere la strategia più facile per fronteggiare la proliferazioni di questi insetti assettati di sangue che tanto tormentano le notti d'estate.
Le pianure del Piemonte e della Lombardia con le risaie sono senza dubbio il terreno d'elezione per i loro ronzii, ma oggi la diffusione di esemplari che prima non esistevano in Italia, come l' Aedes albopictus , l'ormai famosa zanzara tigre, comparsa per la prima volta una decina di anni fa che punge anche di giorno ed è ormai ben radicata in tutto il centro e il nord Italia, ha trasformato il problema zanzare in un'emergenza nazionale. Esistono oggi iniziative istituzionali di lotta al malefico insetto a livello regionale o provinciale? «In realtà, nonostante il gran parlare che si è fatto in questi anni della zanzara tigre, pochissime regioni hanno varato programmi specifici - risponde Romeo Bellini, responsabile del Settore di entomologia medica del Centro agricoltura e ambiente di Crevalcore, nei pressi di Bologna, uno dei più importanti centri pubblici per la lotta alle zanzare . - La regione più organizzata sotto questo profilo è il Piemonte che, a partire dal 1995 con una legge specifica, ha deciso lo stanziamento di fondi ai Comuni (250 quelli coinvolti) e alle province per la lotta alle zanzare con sistemi che abbiano un basso impatto ambientale, quale un bacillo, oggi prodotto industrialmente, capace di distruggere le larve di zanzara, il Bacillus thuringiensis israelensis . Lo si impiega nelle risaie dove viene cosparso con un elicottero a bassa quota. Operazione efficace quanto costosa, per cui si arriva oggi a coprire meno di un terzo delle risaie piemontesi (30.000 ettari sui 110.000 totali), ma è gia un passo avanti rispetto a quanto avviene in Lombardia dove gli unici interventi nelle risaie vengono fatti a Milano (700 ettari circa, tutti trattati). Il pavese che ha ben 85.000 ettari coltivati a riso non ha finora messo in campo alcun trattamento. Un'altra area dove la lotta alle zanzare è stata affrontata in modo razionale dalla Regione Emilia-Romagna fin dal 1991 sono le valli di Comacchio: al bacillo si associano piretroidi capaci di uccidere gli insetti adulti. E i risultati si vedono».
Nei centri urbani niente; siamo in pasto ai molesti insetti? « Nelle città purtroppo si può usare poco il thuringiensis perché agendo solo su acque pulite è inefficace per tombini e scarichi - precisa Patrizia Vercesi, responsabile del Servizio di igiene urbana del comune di Pavia, città flagellata dalle zanzare. - Per la loro disinfestazione si ricorre a prodotti chimici a basso impatto ambientale capaci di distruggere le larve interferendo con varie fasi del loro sviluppo. Poi periodicamente si fanno anche nelle aree verdi più infestate trattamenti capaci di eliminare gli insetti adulti». Trattamenti che da quando si è diffusa la zanzara tigre vengono oggi attuati anche da comuni, come Roma e Firenze che in passato non dovevano fare i conti più di tanto con questo problema. Ma già associazioni come il WWF ed Equivita si sono mosse a sottolineare il rischio per l'uomo di queste sostanze. Come dire, meglio punti che intossicati.
Questa forse è un pò piccolina, ma riesce già a dare il suo apporto nel mangiarsi le larve di zanzare. E poi, non è molto più dolce di una bomboletta di Baygon?? ;o)
Le invita a riempire di nuovo i lucidi campi delle risaie una ricerca dall'Università di Pavia su un certo numero di aziende agricole novaresi produttrici di riso. Ma come farle tornare? La moderna coltivazione intensiva del riso rende necessaria la pratica delle "asciutte"; si toglie l'acqua per un certo periodo di tempo per rimetterla poi quando serve. Ma così facendo si trasforma la risaia in una trappola ecologica: le larve delle libellule e i girini sono destinati a morte certa. L'esperimento ha cercato di rimediare a questo sterminio scavando lungo un lato della risaia un solco che potesse rappresentare un rifugio per la fauna acquatica nei momenti di secca. E i risultati sono arrivati. Nei campi sperimentali in luglio e agosto si è contato un numero di larve di zanzara inferiore del 44% rispetto alle risaie consuete e le zanzare sono risultate il 77% per cento in meno . Nella sua semplicità il test indica quale potrebbe essere la strategia più facile per fronteggiare la proliferazioni di questi insetti assettati di sangue che tanto tormentano le notti d'estate.
Le pianure del Piemonte e della Lombardia con le risaie sono senza dubbio il terreno d'elezione per i loro ronzii, ma oggi la diffusione di esemplari che prima non esistevano in Italia, come l' Aedes albopictus , l'ormai famosa zanzara tigre, comparsa per la prima volta una decina di anni fa che punge anche di giorno ed è ormai ben radicata in tutto il centro e il nord Italia, ha trasformato il problema zanzare in un'emergenza nazionale. Esistono oggi iniziative istituzionali di lotta al malefico insetto a livello regionale o provinciale? «In realtà, nonostante il gran parlare che si è fatto in questi anni della zanzara tigre, pochissime regioni hanno varato programmi specifici - risponde Romeo Bellini, responsabile del Settore di entomologia medica del Centro agricoltura e ambiente di Crevalcore, nei pressi di Bologna, uno dei più importanti centri pubblici per la lotta alle zanzare . - La regione più organizzata sotto questo profilo è il Piemonte che, a partire dal 1995 con una legge specifica, ha deciso lo stanziamento di fondi ai Comuni (250 quelli coinvolti) e alle province per la lotta alle zanzare con sistemi che abbiano un basso impatto ambientale, quale un bacillo, oggi prodotto industrialmente, capace di distruggere le larve di zanzara, il Bacillus thuringiensis israelensis . Lo si impiega nelle risaie dove viene cosparso con un elicottero a bassa quota. Operazione efficace quanto costosa, per cui si arriva oggi a coprire meno di un terzo delle risaie piemontesi (30.000 ettari sui 110.000 totali), ma è gia un passo avanti rispetto a quanto avviene in Lombardia dove gli unici interventi nelle risaie vengono fatti a Milano (700 ettari circa, tutti trattati). Il pavese che ha ben 85.000 ettari coltivati a riso non ha finora messo in campo alcun trattamento. Un'altra area dove la lotta alle zanzare è stata affrontata in modo razionale dalla Regione Emilia-Romagna fin dal 1991 sono le valli di Comacchio: al bacillo si associano piretroidi capaci di uccidere gli insetti adulti. E i risultati si vedono».
Nei centri urbani niente; siamo in pasto ai molesti insetti? « Nelle città purtroppo si può usare poco il thuringiensis perché agendo solo su acque pulite è inefficace per tombini e scarichi - precisa Patrizia Vercesi, responsabile del Servizio di igiene urbana del comune di Pavia, città flagellata dalle zanzare. - Per la loro disinfestazione si ricorre a prodotti chimici a basso impatto ambientale capaci di distruggere le larve interferendo con varie fasi del loro sviluppo. Poi periodicamente si fanno anche nelle aree verdi più infestate trattamenti capaci di eliminare gli insetti adulti». Trattamenti che da quando si è diffusa la zanzara tigre vengono oggi attuati anche da comuni, come Roma e Firenze che in passato non dovevano fare i conti più di tanto con questo problema. Ma già associazioni come il WWF ed Equivita si sono mosse a sottolineare il rischio per l'uomo di queste sostanze. Come dire, meglio punti che intossicati.
Questa forse è un pò piccolina, ma riesce già a dare il suo apporto nel mangiarsi le larve di zanzare. E poi, non è molto più dolce di una bomboletta di Baygon?? ;o)
5 Comments:
At 15 giugno, 2006 10:12, Anonimo said…
Adesso ho capito perchè a Gradisca non ci sono zanzare (si sentono le rane alla sera vicino all'Isonzo), mentre a Farra siamo invasi. Si possono tenere le rane in casa? Magari qualche razza silenziosa...?
viviana
At 15 giugno, 2006 11:34, Gaya said…
Discorso un pò complesso. Se hai un giardino certo, puoi farti anche un mini stagno e tenerci anche una razza silenziosa (il mio amatissimo ululone nonostante il nome faccia pensare chissà cosa è silenziosissimo, e i tritoni sono afoni). Appaiono in primavera (passano l'inverno infossati nel terreno o nascosti anche sul fondo dello stagno) si riproducono e nella tarda estate spariscono di nuovo. Sono molto belli da vedere, in uno stagno anche piccolo puoi ammirarli nelle danze di accoppiamento (tritoni), puoi vedere le uova schiudersi e i girini sviluppare le zampe. Finchè saltellano via i piccoli rospetti (o tritoni) e li saluti fino all'anno prossimo. Credimi è uno spettacolo.
Se non hai un giardino si possono tenere in terrario ma ovviamente non mangeranno zanzare e sono poche le specie adatte, non solo ma è vietato tenere quelle locali perchè sono protette.
Comunque sono contenta di sentire un'ulteriore conferma dal vivo dell'effetto antizanzara, tanti sono convinti che uno stagno "faccia zanzare" ma è molto più dannoso un sottovaso o un secchio dimenticato in un'angolo.
Baci!
At 16 giugno, 2006 13:15, elencec said…
ti assumo per crearmi uno stagnetto nel giardino della casa nuova! (prima però dovrai convincere Denis.....)
Elena
At 16 giugno, 2006 15:01, Gaya said…
Eh no Elena, io fornisco mano d'opera ed esperienza, ma il convincimento mariti non lo faccio! Troppo difficile ;o)
At 17 giugno, 2006 09:56, Viviana said…
Ah, purtroppo niente giardino, ma non si potrebbe "per caso" lasciar cadere dei girini nei fossati attorno al paese...?
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