Pedro Salinas
Stamattina alla radio (LA radio per me è Radio Deejay) Fabio Volo annunciava che vuole imparare lo spagnolo per poter leggere le poesie di Pedro Salinas in lingua originale. Al liceo ne avevo lette svariate e mi erano piaciute molto, ve ne propongo uno spezzone, da "La voce a te dovuta" ("La voz a ti debida") del 1933, in italiano e in spagnolo.
Grazie a Poesía in español per la versione originale e a Francesco de Benedetto per la traduzione.
Se mi chiamassi, sì,
se mi chiamassi.
Io lascerei tutto,
tutto io getterei:
i prezzi, i cataloghi,
l'azzurro dell'oceano sulle carte,
i giorni e le loro notti,
i telegrammi vecchi
ed un amore.
Tu, che non sei il mio amore,
se mi chiamassi!
E ancora attendo la tua voce:
giù per i telescopi,
dalla stella,
attraverso specchi e gallerie
ed anni bisestili
può venire. Non so da dove.
Dal prodigio, sempre.
Perchè se tu mi chiami
- se mi chiamassi, sì, se mi chiamassi -
sarà da un miracolo,
ignoto, senza vederlo.
Mai dalle labbra che ti bacio,
mai dalla voce che dice: "Non te ne andare."
se mi chiamassi.
Io lascerei tutto,
tutto io getterei:
i prezzi, i cataloghi,
l'azzurro dell'oceano sulle carte,
i giorni e le loro notti,
i telegrammi vecchi
ed un amore.
Tu, che non sei il mio amore,
se mi chiamassi!
E ancora attendo la tua voce:
giù per i telescopi,
dalla stella,
attraverso specchi e gallerie
ed anni bisestili
può venire. Non so da dove.
Dal prodigio, sempre.
Perchè se tu mi chiami
- se mi chiamassi, sì, se mi chiamassi -
sarà da un miracolo,
ignoto, senza vederlo.
Mai dalle labbra che ti bacio,
mai dalla voce che dice: "Non te ne andare."
LA VOZ A TI DEBIDA
Versos 102 a 126
¡Si me llamaras, sí;
si me llamaras!
Lo dejaría todo,
todo lo tiraría:
los precios, los catálogos,
el azul del océano en los mapas,
los días y sus noches,
los telegramas viejos
y un amor.
Tú, que no eres mi amor,
¡si me llamaras!
Y aún espero tu voz:
telescopios abajo,
desde la estrella,
por espejos, por túneles,
por los años bisiestos
puede venir. No sé por dónde.
Desde el prodigio, siempre.
Porque si tú me llamas
«¡si me llamaras, sí, si me llamaras!»
será desde un milagro,
incógnito, sin verlo.
Nunca desde los labios que te beso,
nunca
desde la voz que dice: «No te vayas».
Versos 102 a 126
¡Si me llamaras, sí;
si me llamaras!
Lo dejaría todo,
todo lo tiraría:
los precios, los catálogos,
el azul del océano en los mapas,
los días y sus noches,
los telegramas viejos
y un amor.
Tú, que no eres mi amor,
¡si me llamaras!
Y aún espero tu voz:
telescopios abajo,
desde la estrella,
por espejos, por túneles,
por los años bisiestos
puede venir. No sé por dónde.
Desde el prodigio, siempre.
Porque si tú me llamas
«¡si me llamaras, sí, si me llamaras!»
será desde un milagro,
incógnito, sin verlo.
Nunca desde los labios que te beso,
nunca
desde la voz que dice: «No te vayas».
Grazie a Poesía in español per la versione originale e a Francesco de Benedetto per la traduzione.
2 Comments:
At 22 febbraio, 2006 15:51, antonella said…
molto bellissima!
posso metterla nel mio blog, citandoti?
antonella
At 22 febbraio, 2006 16:10, Gaya said…
Ma certo che puoi metterla nel blog, ma cita i due siti da cui l'ho presa perchè io ho solo fatto lo sforzo di amarla anni fa e copiarla ieri da loro! Un abbraccio anche dalla belva nerastra
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